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William Faulkner - Go Down, Moses

Copertina libro Go Down, Moses di William Faulkner
Note Libro
1a edizione: New York, 1942
Versione recensita: Einaudi 2013, traduzione Nadia Fusini
ISBN 9788806215453, pagine. XXVI - 350
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Voto finale (trama, personaggi, stile) = 7,5

Premessa

La storia di questo testo è travagliata: fu pubblicato nel 1942 come collezione di racconti (“Go down Moses and other stories”), contro la volontà dell'autore, il quale considerava i vari episodi come componenti di un unico romanzo.

Nel nostro Paese, la prima traduzione fu affrontata piuttosto sottogamba (nonostante l'apporto di Fernanda Pivano all'edizione) e il titolo fu reso nel 1947 con “Scendi, Mosè”, senza considerazione per lo spiritual omonimo. Va da sé che questa nuova traduzione dovrebbe essere più precisa.

E' un testo difficile da seguire, perché i personaggi si inseguono per un periodo di tempo di decenni (anzi, più di un secolo) ma vengono descritti attraverso le loro azioni quotidiane (nonché il loro “flusso di coscienza”), con scarso riguardo per il lettore che non prende appunti su chi è diventato cosa - e magari perché.

Trama

Al centro del testo sono i rapporti fra il ramo di etnia bianca (cui la legge riconosce il diritto all'eredità) e quello di etnia afro-americana della famiglia McCaslin, a ridosso della Guerra Civile fino all’epoca in cui Faulkner scriveva.

Oltre al rapporto fra bianchi e neri, che si evolve nel tempo ma mai si pacifica completamente (come nel resto della società americana) si narra:

Inoltre, viene illustrata l’opposizione fra storia orale e ufficialità. Il carattere di uno dei protagonisti del volume, Isaac “Ike” McCaslin, è drammaticamente modellato dalla scoperta che il proprio nonno, fondatore della piantagione di Yoknapatawpha (Mississippi) che gli andrà in eredità, ha commesso violenza e incesto utilizzando il proprio potere di padrone di schiavi. Da tali crimini nasce il ramo della famiglia che Ike non può ignorare e non ignorerà.

La trama non è – come anticipavamo – facile da seguire, perché i salti temporali sono estesi e Faulkner non è interessato a spiegare cosa succede fra un’annata e l’altra. Tocca al lettore (volonteroso) collegare i diversi momenti storici.

voto trama: 8

Personaggi

Pochi scrittori sanno rendere verosimili i personaggi come Faulkner. Nel più famoso dei capitoli di questo racconto, “L’Orso”, perfino degli animali (l’orso Old Ben, appunto, e il cane Lion) si intuisce perfettamente perché stanno al mondo, cosa vogliono, dove stanno andando.  E’ molto ben delineato anche il personaggio di “Ike” McCaslin, che fonda la propria filosofia sulla cognizione della falsità dei rapporti interpersonali (soprattutto fra bianchi e neri) e sulla necessità di provare a riequilibrali. Ike cerca la redenzione da peccati commessi non da sé ma fai suoi antenati. La storia di ogni personaggio, non solo di Ike infatti, è influenzata potentemente dal contesto educativo e dalla storia familiare. E’ una filosofia molto lontana da quella dell’”American Dream”, per cui la forza di volontà è l’unica variabile posta a separare il cittadino americano medio e il successo.
Voto personaggi: 9

Stile

Ci era chiaro dal principio che non si trattava di una lettura da ombrellone. Ciononostante, lo stile è davvero faticoso. Il racconto “L’Orso” (che pure è il più coinvolgente) contiene la fra più lunga mai scritta da Faulkner. I fatti raccontati non sono necessariamente facili da sorvegliare. Non sono molto rapportabili alla realtà odierna, una realtà in cui gli afro-americani sono sempre un'etnia svantaggiata, ma in cui il presidente USA è africano da parte di padre. Faulkner prendeva davvero sul serio la massima “show, don’t tell.” Il giudizio su uno stile così denso e laborioso sa seguire non può che essere negativo agli occhi nostri, che siamo lettori e non letterati.
voto stile: 5,5

Note Finali

Non è un volume per tutti. E’ da leggere solo se si è appassionati di un genere di scrittura molto consistente, che lascia poco spazio all’immaginazione e che rende il lettore quasi indebolito dalla narrazione dei particolari di una vita quotidiana lontana.

Potrà essere apprezzato da un lettore avido di informazioni storiche e molto paziente, e invece odiato da chi non ha voglia di lanciarsi a pie’ pari in un’epoca che non esiste più, benché descritta - con dovizia di particolari - nell'interessante momento di evoluzione.
voto finale: 7,33
Foto Jorge Luis Borges
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