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Richard Ford: Canada

Ecco l'immagine del libro
Note Libro
1a edizione: New York, 2012
Versione recensita: Feltrinelli, 2013, traduzione di Vincenzo Mantovani
ISBN 9788807019319, 432 pagine
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Voto globale (trama, personaggi, stile) = 5,50

Premessa

Questo testo ha ottenuto la "Andrew Carnegie Medal for Excellence". L'autore, già vincitore del Pulitzer con uno dei primi lavori, "Independence day", è stato commisurato a Faulkner e Hemingway da riviste letterarie non redatte da cretini. Come si fa a non essere ben disposti verso questo volume, al quale Richard Ford ha pensato e lavorato (così si racconta) per vent'anni?

Eppure a noi questo romanzo è piaciuto poco. E' diviso in tre parti di cui solo la prima riesce ad avvincere. L'opera si pregia di un bello stile (il "realismo sporco", o "sporco realismo", se si preferisce: l'inglese non fa differenza... è la corrente letteraria USA che, secondo Michael Hemmingson, associa Ford a McCarthy). Questa qualità stilistica però non fa passare in secondo piano il sapore molto artificiale della trama e l'inconsistenza di quasi tutti i protagonisti (esclusi quelli che spariscono troppo presto, come si leggerà oltre in questa recensione).

Trama

Il volume è diviso, dicevamo, in tre parti, l'una conseguente all'altra. Nella prima si racconta di un crimine commesso dai genitori del protagonista. Questa parte è vivace e godibile. I criminali da strapazzo, però, spariscono presto dalla scena e ci si ritrova a leggere l'esperienza di fuga del ragazzino protagonista (al quale ne succedono di cotte e di crude - non possono mancare neanche gli incesti) verso... l'avrete indovinato, il Canada, collocazione ultima del bildungsroman.

Il Canada dev'essere il Paese più noioso al mondo, se Richard Ford non è riuscito a farvi accadere nulla di veramente interessante (lo scatenamento della violenza gratuita non è né interessante né originale). Oppure: Richard Ford è diventato l'autore più noioso al mondo, se non riesce a dire nulla di interessante neanche mettendo insieme un ragazzino in fuga e un Paese per lui straniero, nonché sconfinato. Insomma, decidete voi se è noioso il Canada o Ford, ma non sorprendetevi se vi viene l'insana voglia di finire certe pagine il prima possibile.
Voto trama: 4,5

Personaggi

Sarebbe interessante capire quali, nella testa di Richard Ford, fossero i personaggi principali del suo testo. La risposta ci risulterebbe interessante perché i personaggi che a noi sono piaciuti, i più originali e meglio assortiti, compaiono solo per una parte del racconto. Si tratta dei genitori del ragazzino, che spariscono dopo aver commesso un crimine, così come sparisce sua sorella gemella. Perché Ford fa scomparire questa gente divertente e la sostituisce con personaggi arruffati, incoerenti, artificiosi? Probabilmente aveva in mente di raccontare la crescita del giovane eroe e non voleva dare eccessivo spazio ai personaggi a contorno. Lo scrittore deve però ricordare che la scrittura è indomabile, ha vita propria e, se prende una strada sua, ma ricca, bisogna assecondarla.
Voto personaggi: 5,0

Stile

Lo stile di Ford è di alta qualità. E' piuttosto uniformato alla "scuola americana" che - anche attraverso i famosi corsi universitari e le scuole di scrittura - ha, non si può negare, sfornato ottimi narratori, ultimamente. Ford sa perfettamente quanto spazio dare alle descrizione dei personaggi, quanto al paesaggi e quanto alla conversazione. In molti momenti del romanzo, però, neanche una buona tecnica narrativa riesce a compensare la carenza d'ispirazione. Quindi si potrebbe dire che il buono stile di Ford, in questo contesto, è sprecato.
Voto stile: 7,0

Note Finali

Pare che questo libro abbia avuto una lunga e meditata gestazione. Il suo autore è rispettato e rispettabile. E' anche una brava persona. Ci spiacerebbe bollare "Canada" come un testo insufficiente. Per rispetto del nostro gusto e di quello dei lettori, però, non ci sottrarremo al compito.
voto globale 5,50
Foto Richard Ford
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