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Paul Auster: Diario D'Inverno

Questa la copertina dell'autobiografia Diario D'Inverno, scritta da Paul Auster
Note Libro
1a edizione: New York, 2012 (Winter Journal)
Versione recensita: Einaudi 2012 (traduzione: Massimo Bocchiola)
ISBN 9788806213060, 184 pagine
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Voto finale (trama, personaggi, stile) = 8,17

Premessa

Molti lavori di Auster hanno spunti dichiaratamente autobiografici. Non fa eccezione a quest'abitudine (anzi, la porta all'estremo) questo testo. Benché riguardi esclusivamente gli accadimenti della vita dell'autore, "Diario d'Inverno" non si può definire un'autobiografia in senso classico. E' scritto in maniera insolita (in seconda persona, quasi Auster raccontasse la vita del lettore, più che la propria) e ha punti d'osservazione poco convenzionali per un lavoro biografico: il riferimento al lavoro di scrittore è quasi del tutto assente ed è invece costante il racconto della reazione del corpo dell'autore al passare delle stagioni e delle persone.

Trama

La vita di Paul Auster, come quella - credo - di qualsiasi altro scrittore di grande successo, non deve essere stata priva di momenti piuttosto eccitanti o piuttosto deludenti legati alla letteratura. A leggere questo volume, ci si fa un'opinione diversa; tuttavia, è proprio questo quello che rende l'autobiografia (se, ripeto, si può parlare di autobiografia in senso classico, o comune) avvincente. Auster racconta la propria vita d'uomo (per parafrasare un titolo di romanzo a me caro, ma forse anche a lui) attraverso i suoi aspetti più intimi: le case e i quartieri in cui ha vissuto da solo o con fidanzate e con le mogli, i film che ha visto (uno è dettagliato veramente troppo), i problemi economici dei familiari.

Sembrerebbe che i propri libri non abbiano arricchito molto la vita di Auster. In quanto ai film girati, quelli non sono praticamente neanche nominati. Al lettore comprendere se si tratta di uno show di umiltà o se davvero Auster ha conservato una grande umanità (da dire che lui è molto bravo a suggerire la seconda opzione...)
voto trama: 7,5

Personaggi

Ci sono bei personaggi femminili. Auster sa rappresentare le donne della propria vita senza cedere all'idealizzazione (se non, forse, per quello che riguarda l'amata moglie di trent'anni). Scrive della propria madre facendo trasparire l'affetto ma senza omettere gli errori della donna, che fanno comprendere il personaggio (o meglio, la persona). Nessuno degli individui ricordati nel libro è una semplice apparizione: se qualcuno viene descritto, c'è sempre qualche aggettivo ben posto, o un commento della persona, che fa capire perfettamente chi si ha di fronte. Le uniche persone che Auster non riesce a inquadrare bene sono i Francesi (a volte rappresentati così, come un inseparabile insieme), ma la comprensione degli europei, temo, rappresenta un problema che parecchi scrittori d'oltreoceano fanno veramente fatica a superare.
voto personaggi: 9

Stile

L'espediente di scrivere un'autobiografia in seconda persona funziona e rende il tutto brioso. Il lettore si sente partecipe anche quando Auster racconta pregi e difetti di tutte le case in cui ha dimorato (e non ne ha cambiate poche). In certi tratti il newyorchese indulge davvero troppo in certi ricordi che il lettore fa fatica a trovare interessanti (uno fra tutti, il ricordo della visione del film DOA, Dead on Arrival). Proprio il film fa venire alla mente un difetto della versione italiana di questo libro: la traduzione sembra fatta apposta per migliorare la leggibilità nella nostra lingua, ma in certi punti rende perplessi e fa chiedere quanto le scelte verbali di Auster siano state rispettate... Del resto noi italiani sopportiamo lasciti davvero pesanti (e al contempo ridicoli) in questo... Auster cita la visione del film Dead on Arrival (trovato morto, o arrivato rotto), che diventa - quasi spassosamente - Cadavere in arrivo...
voto stile: 8

Note Finali

Beh, si tratta di un bel libro, però Auster ha scritto roba migliore. Ci ha fatto un favore raccontando di sé? Dico la verità: se fosse riuscito a sfornare un altro Invisible o un altro Oracle Night, per citare due lavori recenti e bellissimi, sarei stato più felice.
voto finale: 8,17
Foto Paul Auster
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