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Joyce Carol Oates: La Donna del Fango

Ecco l'immagine del libro
Note Libro
1a edizione: New York, 2012
Versione recensita: Mondadori 2013 (Traduzione di G. Costigliola da Mudwoman)
ISBN 9788804624417, 427 pagine
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Voto finale (trama, personaggi, stile) = 7,50

Premessa

L’ultimo lavoro della grande scrittrice americana si rivolge in maniera piuttosto esplicita a un pubblico intellettuale. Sia la trama sia i personaggi, infatti, gravitano attorno al mondo delle grandi università a stelle e strisce e alle questioni morali e politiche che lì si dibattono.

Questo, almeno a una prima lettura. C’è un secondo livello interpretativo, infatti. Non sapremmo dire se questo rende il lavoro più accessibile o ancora più cerebrale, ma tutti i personaggi di primo piano hanno un segreto bagaglio d’esperienze con cui si confrontano quotidianamente. Questo fardello a tratti diventa insopportabile e rende allucinati i pensieri dei lucidi e degli imperturbabili. A noi questa è sembrata un’allegoria sul concetto di identità in USA, un Paese in cui (soprattutto grazie al sistema della “foster care”) è possibile crescere in ambienti diversi da quelli di nascita (soprattutto se questi sono svantaggiati), con effetti a volte molto positivi, a volte schizofrenici.

Trama

In questo testo la trama non è l’elemento di primo piano, visto che la Oates si concentra invece sull’analisi della psicologia dei protagonisti. La scrittrice racconta, in maniera non necessariamente cronologica ma ricorrendo a flashback e ricordi più o meno stravolti, la vita di M.R. Neukirchen, la prima rettrice donna di una prestigiosa università americana. M.R. possiede una morale irreprensibile che si contrappone a una storia personale travagliatissima, iniziata con il tentativo della propria madre, fanatica religiosa, di annegarla per purificarla (donde: la Donna del Fango).

M.R. è ufficialmente protagonista della vita culturale del campus, ma si sente segretamente ovunque fuori posto. Non riesce ad avere una vita affettiva regolare, essendosi promessa a un uomo più maturo di lei, non libero né disposto a liberarsi. Con i colleghi, nascono incomprensioni e inimicizie sulla base di accadimenti non sempre vitali.

M.R. non riesce ad allontanarsi completamente dalle proprie umili e disgraziate origini e si ritrova, oltre ai titoli professionali, cucita addosso l'origine di “Donna del Fango”. L’evoluzione di M.R., dunque, rimane incompiuta e il lettore si trova a chiedersi: ci si può davvero evolvere? O c’è sempre qualcosa che ci riporta giù nella palude?
voto trama: 6,5

Personaggi

Protagonista di questo libro è M.R. Neukirchen, colei che sfugge a una morte per annegamento per mano della propria madre per finire nel sistema d’affido e ritrovarsi finalmente in una famiglia che valorizza il suo intelletto e la sua buona volontà. M.R. è una figura di romanzo atipica: è un personaggio estremamente intellettuale, che ha un rapporto con il proprio corpo piuttosto disinteressato (è alta e ben proporzionata, ma goffa) e uno con il sesso opposto solo eventuale (il proprio amante è lontano e quasi inaccessibile). E’ tuttavia una donna di grande vitalità, che non si preclude alcuna sfida, nemmeno quella contro il maschilismo imperante nelle università a stelle e strisce. M.R. divide il mondo universitario (probabilmente si potrebbe dire: divide il mondo) in amici e nemici. Riuscirà a vincere le sue battaglie, mentre si ripresenta in più occasioni (sogni, coincidenze, allucinazioni) il malcelato passato di bimba destinata a inabissarsi nel fango?

Nella visione del mondo universitario della Oates, gli uomini sono personaggi di scarsa levatura. L’amante “ufficiale” di M.R. è un fanfarone pieno di sé. Un altro accademico che le si avvicina pieno di attenzioni è in realtà un taccagno che, quando la relazione va a rotoli, pretende la restituzione del denaro speso per offrire la cena alla donna. L’unico personaggio maschile che si salva dal disastro è una proiezione della mente di M.R.: un ex soldato cieco e con il fisico devastato dalla guerra (laddove M.R. è pacifista: ancora una volta, in questo testo i valori fluttuano e si scambiano di posto) che la rettrice sposerebbe estasiata. Ma in sogno...
voto personaggi: 9,5

Stile

Il modo in cui è scritto questo testo rappresenta fedelmente i pasticci mentali di M.R. Neukirchen. Ora è impetuoso, ora ha i piedi ben piantati per terra, ora è onirico e flautato. Quest’identità fra messaggio e stile, per quanto magistralmente orchestrata dalla grande scrittrice, non era forse indispensabile. A nostro avviso, la Oates avrebbe potuto rappresentare la confusione esistenziale della protagonista senza ricorrere a oscillazioni stilistiche che possono far perdere il filo al fruitore del testo.

Per le stesse ragioni appena enunciate, non ci piace il modo in cui viene rappresentato il fluire dei pensieri della rettrice. La Neukirchen è una donna irruenta, che probabilmente aggiunge un punto esclamativo alle proprie tesi mentali. Questo non dovrebbe necessariamente apparire nel romanzo, che non separa efficacemente il flusso di coscienza (con la sua punteggiatura infantile) dal racconto vero e proprio.
voto stile: 6,5

Note Finali

Chi ama le riflessioni sociologiche e politiche amerà anche questo romanzo, che non è ambientato esattamente ai giorni nostri (la maggior parte degli avvenimenti ha luogo nel 2003) ma che anticipa e tratta molti dei temi di cui si discute oggi quotidianamente: il ruolo della donna nella cultura, il ruolo dell’intellettuale nel dibattito politico e diplomatico. Il tutto viene esaminato e romanzato tramite la lente distorta di una persona che rischia di annegare per mano della propria madre, ma comunque si tratta di un testo che si può apprezzare solo se si ama la letteratura che ha il coraggio di descrivere (e in parte spiegare) i tempi e non si limita a inventare storie che possano rappresentarli.
voto finale: 7,50
Foto Jorge Luis Borges
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