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Alessandro Di Battista: Sicari a Cinque Euro

Ecco l'immagine del libro Sicari a Cinque Euro
Note Libro
1a edizione: eBook "Adagio", Casaleggio Associati 2012
ASIN: B00ARK19DU, 129 pagine
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Voto finale (trama, personaggi, stile) = 6,5

Premessa

Questo testo risulta primo nella classifica di vendita degli “ebook” di Amazon a inizio marzo 2013. Ci ha incuriositi non solo per la sua popolarità, ma anche perché scritto (prima delle elezioni) da un parlamentare eletto nel movimento “cinque stelle”, Alessandro Di Battista, per i tipi (o meglio, per i font: non ci è parso esistesse una versione cartacea) di Casaleggio Associati. Visto che, almeno in questa prima parte di vita politica, gli eletti “*****” non parlano molto di loro, è stato interessante scoprire qualcosa attraverso un’inchiesta politicamente connotata.

Trama

Ci troviamo fra le mani un reportage dall’America Centrale e Latina alla ricerca delle motivazioni per la violenza che la devasta. Di Battista raccoglie storie di vita vissuta pericolosamente in Guatemala, Colombia e a Panama (nonché una meno traumatica incursione in Uruguay). Intervista, in maniera umana e partecipata, alcuni protagonisti di quella che sembra una telenovela noir ma che si rivela vita terribilmente reale: narcotrafficanti, piccoli criminali, preti “di strada”.

I protagonisti sono numerosi e diversi, ma manca la voce di chi sta dalla parte delle istituzioni “ufficiali” (per esempio, la magistratura di quei Paesi). Di Battista (il quale ha lavorato a lungo per la cooperazione internazionale, quindi molto probabilmente sa di cosa parla) non sembra molto interessato al contraddittorio. La sua tesi è presentata dall'inizio del testo e non è mai confutata: la violenza nei Paesi sudamericani è al momento inestirpabile perché funzionale agli interessi economici dell’establishment sia locale sia nord-americano. Gli Stati Uniti, sostiene Di Battista, utilizzano la guerra al narcotraffico come scusa per tenere un piede in Sud America, dove favoreggiano e finanziano gli armamenti ora delle une ora delle altre fazioni in lotta, in un moderno - come lo descrive l’autore - divide et impera.
In quel che sostiene Di Battista c’è sicuramente del vero. Non si può negare che gli USA abbiano avuto e ancora detengano un ruolo importante nella politica del continente. Tuttavia, nel presentare quello che si presenta almeno in parte come un reportage giornalistico, le attribuzioni di responsabilità dovrebbero essere in qualche modo documentate, o per lo meno va ascoltato qualcuno che abbia un’opinione originale. In caso contrario, il testo risulta d’aiuto solo a una parte dei lettori, ovvero quelli che hanno già un’opinione sul tema, magari coincidente con quella dell’autore. Chi ha opinioni meno forti sull'argomento non può non accorgersi che la bilancia di Di Benedetto pende da una parte sola.
voto trama: 5

Personaggi

I personaggi di questo reportage sono descritti in maniera piuttosto vivida. Rappresentano la parte migliore del libro (pardon, dell’ebook). Di Battista riesce a mettere gli interlocutori a proprio agio e fa emergere da loro il meglio in termini di motivazioni, esperienze, speranze. Mette in pratica un consiglio datogli dall’amico prete di periferia (“devi umanizzare il conflitto per capirlo”) e estrae un profilo schietto da chiunque si trovi a intervistare: ricchi narcotrafficanti, giovani “sicari a cinque euro”, consumati guerriglieri. Se la cava benissimo anche a raffigurare l'altra metà del cielo: il ritratto di una donna india con la quale fa un viaggio in pullman è molto gustoso, ma non meno di quello di una notte passata a ballare con scatenate ragazze argentine prima di crollare addormentato, mezzo ubriaco e inconcludente.
voto personaggi: 8

Stile

Il testo è breve (129 pagine) ma non affrettato. Di Battista opera con umiltà, ma è bravo a non sottovalutare il proprio lavoro. Le frasi sono ben costruite e si fanno leggere con scioltezza. Le prime pagine soffrono per qualche scelta originale in termini di punteggiatura (e per la presenza eccessiva di riferimenti calcistici, che a quanto pare sono indispensabili per accomunate le diverse culture) ma la situazione migliora man mano che si prosegue. La scelta di Di Battista di mettere a nudo tratti intimi di personaggi dalla storia pubblica importante (compreso Pablo Escobar) risulta vincente. Il tono stilistico cala quando vengono esposti giudizi ripetutamente tranchant sugli Stati Uniti, ma abbiamo già parlato di questo nella sezione “trama”.
voto stile: 6,5

Note Finali

Un libro originale, che fa riflettere benché si sottragga al contraddittorio. Propone uno sguardo fresco sull’America Latina, non tanto per le tesi sul conflitto (che sono note), quanto per la capacità di cogliere le motivazioni di personaggi che altri dipingono come lontani e incomprensibili.
voto finale: 6,5
Foto di Alessandro di Battista
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