Torna alla pagina principale

Michael Breen: All'Ombra del Dittatore Grasso

Ecco l'immagine del libro di Michael Breen, All'Ombra del Dittatore Grasso
Note Libro
1a edizione: Hoboken, NJ, USA, 2004
Versione recensita: ISBN 2005, traduzione di Valentina Abaterusso dall'Inglese Kim Jong-Il: North Korea's Dear Leader
ISBN 9788876380037, 192 pagine
Condividi su FaceBook
invia mail
Condividi per email!
Voto finale (trama, personaggi, stile) = 6,0

Premessa

La prassi di questo sito di redigere le recensioni dei saggi con la stessa formula dei romanzi (con la divisione in trama, personaggi, stile) non è mai sembrata azzeccata come nel caso del reportage sulla Corea del Nord scritto da Michael Breen, All’Ombra del Dittatore Grasso. Il Paese orientale sembra uscito più da una favola (o meglio, da un incubo) che dalla storia del ventesimo e ventunesimo secolo.

Questo libro nasce quando Michael Breen viene invitato a visitare la Corea del Nord più volte durante il suo mandato in Corea del Sud come inviato del Washington Post. Breen riporta qui le assurdità testimoniate in uno dei Paesi più poveri al mondo (la frase “il dittatore grasso” si riferisce al fatto che, durante la carestia degli anni ’90, Kim Jong-Il, con la sua oligarchia, faceva parte dei pochi non-affamati del Paese).

Trama

Breen racconta che, poco dopo fine della Seconda Guerra Mondiale, il popolo Coreano si trovò separato in due zone: quella a nord del trentottesimo parallelo, sotto l’influenza della Cina, e quella a sud, sotto l’egida occidentale. La situazione s’inasprì all’inizio degli anni ’50, quando l’esercito del Nord invase il Sud (con l’aiuto della Cina e la titubanza dell’Unione Sovietica) ma ne fu ricacciato grazie all’intervento americano, il quale non riuscì però a evitare la morte di tre milioni fra soldati e civili. Notare che questa è la versione dello scrittore: non sta a noi commentare la storia Coreana.

La creazione dei due stati separati portò all’isolamento del Nord, nel quale si instaurarono:

Va da sé che questi accadimenti scrivono un libro da soli. Breen, inviato del Washington Post, non fa che metterli un po’ in ordine (purtroppo non diligentemente) e aggiungere le proprie esperienze di ospite nella terra del “Caro Leader”.

voto trama: 7,0

Personaggi

I leader che hanno trasformato un Paese di ventitré milioni di persone nella propria sala giochi non possono non rappresentare protagonisti eccezionali. Breen mette però l’accento anche su altri personaggi della tragedia: i poveri cittadini del sud rapiti dalla Repubblica Nord-Coreana per capriccio dei leader (terribile la storia dell’attrice di Seul sottratta agli affetti e portata al Nord perché Kim Il-Sung era insoddisfatto del livello dei film in patria e aspirava al suo aiuto) e - soprattutto - tutti i cittadini del Nord, che soffrono (come un po’ tutti i Coreani, suggerisce Breen) dell’incapacità di affrancarsi dalla figura di un “padre” che li conduca per mano (in questo caso, nel baratro).

Breen, però, non approfitta di questa tragica opportunità di analizzare le personalità e fa apparire i due Kim (il terzo non era ancora al potere quando questo libro è stato scritto) come due poco comprensibili schizofrenici. In realtà, altalenante è un po’ la sua analisi. Il libro non è molto coeso nel descrivere le persone. In alcuni capitoli si parla dei due leader come di due brutalissimi assassini. In altri sembra quasi che le loro azioni siano giustificate in considerazione di questo presunto carattere nazionale coreano sottomesso e bisognoso di una guida forte. A nostro avviso, il giornalista avrebbe potuto compiere un’analisi della personalità più puntuale, circoscritta in un capitolo del libro piuttosto che disseminata qui e lì, ed esponendo il proprio punto di vista con franchezza (in molti punti, Breen dice e non dice, asserendo che - se parlasse fino in fondo - metterebbe nei guai i colleghi che ancora vogliono lavorare al Nord; chissà se vi si annovera.)

voto personaggi: 6,0

Stile

Michael Breen ha operato, in questo libro, una divisione in argomenti piuttosto sommaria, che non gli impedisce di saltare da un argomento all’altro man mano che le vicende, narrategli o vissute in prima persona, gli tornano alla mente.

Ci rendiamo conto che non è possibile parlare della Corea senza parlare dei suoi leader; tuttavia, non è presente un resoconto ordinato che illustri come questa gente se la cavi, come esprima il proprio sconcerto e a chi. Vista la repressione, non è un argomento su cui forse c’è molto da dire; in questo caso, bisognerebbe spiegare perché.
voto stile: 5,0

Note Finali

Non è facile parlare entusiasticamente di un libro che descrive un sostanziale genocidio. Né è facile affermare che il libro poteva essere scritto meglio, o risultare più interessante. Ma è il compito che ci siamo dati oggi.

Breen fa luce su alcuni aspetti della Corea del Nord che ci erano poco noti, ma non è molto bravo nel dare alla propria esperienza una forma coerente e di facile lettura. Per sua fortuna (e sfortuna della popolazione Nord-Coreana), gli argomenti che ha sotto mano sono talmente potenti che il libro risulta intrigante nonostante avrebbe potuto essere scritto molto meglio.

Nota di merito a ISBN per la bella idea di arricchire il libro con la riproduzione delle surreali cartoline Nord-Coreane.
Voto finale: 6,0
Foto Michael Breen da NK News
M. Breen su Wikipedia »
comments powered by Disqus
Leggi altre recensioni »
« Pagina
Iniziale
Contatti
»